20 gennaio 1995 —
pagina 48
sezione: ECONOMIA
ROMA - Rischiano il licenziamento i 650 dipendenti in cassa
integrazione della ex Maserati di Lambrate. Domani, 21 gennaio,
infatti, scade il decreto che istituisce, appunto, la cassa
integrazione in questo stabilimento piantato nel cuore della periferia
operaia milanese. Secondo il sindacato la Fiat che ha "ereditato" l'
impianto (e gli accordi connessi) da Alejandro De Tomaso sarebbe pronta
ad interrompere il rapporto di lavoro con le maestranze. Tanto è vero
che ieri si è svolta all' interno dell' impianto un' affollata
assemblea di protesta. A Torino, però, nessuno è in grado di confermare
la notizia. Ma si fa notare che Corso Marconi ha preso in carico una
fabbrica virtualmente già chiusa. E "corredata", per giunta, di un
accordo sull' occupazione firmato precedentemente. Quanto al sindacato
stesso, lungi dal prendersela con la proprietà, si limita a chiedere un
prolungamento del decreto. E allora? In effetti la vicenda di Lambrate
ha più di un aspetto paradossale. Tutto comincia nel gennaio del 1993
quando Alejandro De Tomaso vuole chiudere lo stabilimento e minaccia
di licenziare tutti i dipendenti. Lo scontro con il sindacato è
durissimo. Ma tutto si risolve alla fine del mese quando, sull' onda
dell' emozione per il caso di Crotone, l' allora ministro del Lavoro
Cristofori vara un decreto che istituisce la cassa integrazione per i
dipendenti. Ma attenzione: si tratta di un provvedimento "ponte" in
attesa di ricollocare altrove gli operai sospesi dal lavoro. Una misura
destinata a decadere in mancanza di alternative valide. Nella
primavere del ' 93 la fabbrica, che aveva allora un migliaio di
dipendenti, è chiusa. Ma per fortuna all' orizzonte dei cassintegrati
si profilano due progetti. Il primo, sponsorizzato dalla Nuova Voxon
prevede la costruzione di componenti elettroniche assieme ai taiwanesi
della Acquarius Sistems Inc. occupando così circa 200 persone. Quanto
al secondo è un centro commerciale che sarebbe sorto nell' area dell'
ex Innocenti Sant' Eustacchio, adiacente alla fabbrica del Tridente. La
soluzione viene accolta con giubilo da tutti, sindacati e lavoratori
compresi. E' contenta anche la Fiat che pochi mesi dopo, in seguito a
una grave malattia di De Tomaso, prende il controllo della casa
automobilistica. L' unico a mostrarsi scettico è Walter Galbusera, il
segretario della Uil lombarda che ingaggia furiose polemiche con gli
altri sindacalisti. In seguito ne sarebbero successe di tutti i colori.
A cominciare dal fallimento della Nuova Voxon. Ma non basta. Perché
dalla ceneri di quest' ultima società nasce con lo stesso management
una nuova azienda: Europa Service. Tutto, risolto, dunque? Macché, i
massimi dirigenti di Europa service, gli unici ad avere i contatti con i
taiwanesi, vengono coinvolti in un' incredibile vicenda di denaro
sporco, riciclaggio, traffici di vario genere e sono così associati
alla patrie galere. Sul secondo fronte, quello commerciale, all' inizio
tutto sembrava andare per il meglio. Tanto è vero che è la stessa
Rinascente a candidarsi per la gestione di un mega centro commerciale.
Poi, però, le difficoltà burocratiche, gli intoppi, le pressioni
effettuate dai piccoli negozianti si moltiplicano. Risultato: proprio
in queste settimane la Giunta Regionale della Lombardia ha bocciato il
progetto. Bisognerà ricominciare da capo, seguendo altre procedure.
"Non é vero che i progetti alternativi sono sfumati - ribattono alla
Fiom-Cgil di Milano - Purtroppo interessi oscuri si battono contro
queste iniziative. E' sempre possibile riprendere i contatti
direttamente con i taiwanesi. Quanto al centro commerciale oggi
manifesteremo sotto il Pirellone per convincere la Regione a rimuovere i
vincoli".
- di GIORGIO LONARDI
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