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| L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? | |
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Autore | Messaggio |
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Krav MODERATORE
Età : 60
| Titolo: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Gio 6 Mar 2008 - 18:34 | |
| Tutte queste discussioni ultimamente affrontate sul ruolo odierno della Maserati nel mondo dell'automobile, o più propriamente dei GRANDI blasoni dell'auto, credo possano essere riassunti concisamente in tale maniera: 1) la Maserati si è riappropriata della giusta considerazione che merita.2) la Maserati non potrà più avere modelli dalle prestazioni al top, in quando in condizione di sudditanza alla Ferrari.Il primo punto non è poi così scontato come potrebbe apparire di primo acchito: ci sono voluti anni perché perfino la Ferrari RIportasse al livello che le compete la Maserati, è stato un lavoro duro, forse durissimo, ma bisogna ammettere che, a differenza di qualche anno fa, perfino chi guarda le nostre della serie "Biturbo" e derivate mostra un maggior rispetto e, complice il passar del tempo, anche le nostre auto dell'era De Tomaso cominciano a perdere la fama di semi-bidoni apparendo anche agli occhi dei profani come "vere" Maserati. (!) Eppure l'aspetto tragi-comico è che, rispetto all'era De Tomaso, le Maserati hanno perso qualcosa... ovvero la possibilità di concorrere prestazionalmente ad armi pari con le auto sportive della concorrenza; la tanto decantata affidabilità dell'era Ferrari poi, non corrisponde al vero per quanto mi risulta, poiché già con l'avvento della 2.24v il livello era alla pari o quasi con le Maserati odierne, fatta eccezione per la componentistica "elettrica" mai stata all'altezza. Nonostante ciò... poco più di dieci anni fa si era sull'orlo della chiusura, proprio per l 'immagine devastante offerta dal prodotto del Tridente al mondo intero. A questo punto l'analisi della gestione De Tomaso, pone interrogativi (apparentemente) senza risposta: - Il progetto "Biturbo" è stato inizialmente un grande successo: perché anziché rimediare ai pasticci creatasi per la fretta di metterla in produzione, si è continuato ad investire sullo stesso progetto creando decine di modelli, riproponendo spesso le stesse pecche? Insomma, perché anziché perfezionare pochi modelli ne sono stati creati troppi con gli stessi difetti? - Non è che De Tomaso, più che subire una "cronica" mancanza di risorse, non avesse le capacità per investire in progetti che andassero oltre la Biturbo? - Tutti sono a conoscenza del pessimo carattere dell'argentino, ma... è giustificabile che abbia fatto pagare l'azienda per i suoi errori di comunicazione con la stampa? Ad esempio il mancato successo della 228 di cui tanto si è discusso di recente, è dovuto ad una eventuale carenza tecnica dell'auto (non credo) od alla sbagliata politica di De Tomaso? - Possibile che sia riuscito a giocarsi con tanta faciloneria perfino il mercato americano? Non bastava un collaudo un po' più approfondito? - Possibile che se lo sia giocato due volte? ( leggi Chrysler-Maserati) - Non sarebbe neanche da menzionare il licenziamento dell'Ing. Alfieri... Credo che potrei andare avanti una mezz'ora...Avrete intuito che la mia personale opinione su Alejandro non è scevra da pesanti critiche; Però:- le "Biturbo" mi appassionano adesso quanto allora. - Con il mio 2.24v su di un percorso tortuoso posso mettere in difficoltà una Porsche odierna. - Come dice Claudio, gli interni della serie Biturbo sono probabilmente a tutt'oggi insuperati. - Ancora oggi, in "una notte buia e tempestosa" (e senza luna!) una Biturbo si riconosce a 500 metri solo dai fari;-) - Tante persone che oggi, bontà loro, possono permettersi una Maserati, l'acquistano per la passione nata ai tempi delle Biturbo. E volendo anche qui un'altra mezz'oretta...Insomma: De Tomaso... è da ringraziare senza riserve, con riserva, o per niente? | |
| | | AndreaGhibliGT
Età : 53
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Gio 6 Mar 2008 - 18:46 | |
| Dal mio punto di vista, chiunque abbia fatto qualcosa per la Maserati, è da ringraziare, nel bene o nel male, perche conmunque sia andata, ha permesso la continuazione dell'esistere dell'azienda, evitando che cadesse in mani straniere, con la possibilità che in Viale Ciro Menotti, fosse aperta una fabbrica per fare le piastrelle o roba simile o peggio ancora come è successo al Bugatti con la chiusura degli stabilimenti. Comunque la stessa domanda, potrebbe essere fatta sulla nuova gestione. E' da ringraziare perche ha risollevato e sta risollevando il marchio alla grande? O è da criticare perche vuole mantenere il livello di sudditanza nei confronti della Ferrari, e di conseguenza non fare modelli che possano andare ad intaccare il prestigio e soprattutto le prestazione delle rosse? | |
| | | Krav MODERATORE
Età : 60
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Gio 6 Mar 2008 - 18:53 | |
| - AndreaGhibliGT ha scritto:
Comunque la stessa domanda, potrebbe essere fatta sulla nuova gestione. E' da ringraziare perche ha risollevato e sta risollevando il marchio alla grande? O è da criticare perche vuole mantenere il livello di sudditanza nei confronti della Ferrari, e di conseguenza non fare modelli che possano andare ad intaccare il prestigio e soprattutto le prestazione delle rosse? Perfettamente d'accordo. Non dimentichiamo però, (senza alcuna polemica, per carità) che se siamo nelle mani della Ferrari il "merito" è della precedente gestione... Non degli ingegneri Maserati, NON dei tecnici Maserati, NON dei motoristi Maserati, NON... | |
| | | Dari8V MODERATORE
Età : 52
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Gio 6 Mar 2008 - 19:56 | |
| Personalmente sono molto affascinato dal personaggio DeTomaso. Il suo carattere, le sue scelte, i suoi comportamenti sono stati, per me, piu' entusiasmanti ed affascinanti che non quelli del Drake.
Per sapere esattamente come sono andate le cose ed avere delle risposte veritiere alle domande sulle auto e sull'azienda Maserati bisogna pero' chiedere a chi c'era, a chi in quegli anni lavorava in Maserati e sapeva cosa "combinava" DeTomaso, a chi lavorava in Ferrari e sapeva cosa ne pensavano a Maranello.
Fatto sta che non solo la Maserati e' stata salvata dall'oblio da DeTomaso, ma anche Guzzi e Benelli, nonostante siano state ridotte al lumicino fino alla loro cessione. | |
| | | Rombo
Età : 55
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Gio 6 Mar 2008 - 20:53 | |
| Condivido tutti i discorsi che mi hanno preceduto, tranne il confronto con il Drake, che reputo su un altro pianeta . La butto lì: il problema dell'era De Tomaso immagino che sia stato quello di voler fare le nozze con i fichi secchi. Ossia, risollevare l'azienda senza investirci, ma trovando esclusivamente nella stessa le risorse per farlo. Quindi, vendere, vendere ad ogni costo. Sono tecniche che pagano nel breve periodo ma, nel lungo, portano alla chiusura, specie per prodotti che si rivolgono a clientela selezionata e affezionata, come quelli delle auto di lusso. Se ipotizzo cosa può portare un imprenditore a comportarsi così spregiudicatamente, riesco solo ad immaginare una decina di telefonate al giorno da parte delle banche che minacciano di chiudere il credito. Ed allora, subito a presentare il nuovo progetto, da mandare in produzione anticipatamente, giusto per far vedere ai creditori che ci si sta muovendo e si è trovato il prodotto giusto a fare cassa. Naturalmente, le mie sono solo fantasticherie. Ma ogni volta che penso a quanto poco sarebbe bastato per fare del progetto biturbo e derivate un'auto pressoché perfetta, mi girano proprio. | |
| | | Patrizio
Età : 60
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Gio 6 Mar 2008 - 22:13 | |
| Sul conto di De Tomaso ho sentito dire e letto di tutto. C'é chi lo ritiene un avventuriero senza scrupoli e chi invece lo dipinge come un imprenditore geniale. Personalmente ritengo che dai frutti si riconosca l'albero. Ossia: se dopo quasi 27 anni c'é ancora chi, come noi, ammira la serie Biturbo ritenendola tutt'ora un buon "frutto", allora anche il suo ideatore (l'albero appunto) non può che essere buono. Se l'era De Tomaso fosse proprio tutta da buttare ne staremmo a discutere? Quando vado in giro con la mia affidabilissima (più o meno!!! Non stiamo a sottilizzare) Biturbo del 1983 in molti si voltano a guardarla incuriositi se non addirittura con ammirazione. Qualche cosa vorrà pur dire! Al contrario noto che non é inconsueto veder transitare Porsche moderne nella totale indifferenza dei passanti. E vogliamo parlare del rombo della Biturbo? Una sinfonia d'archi!!! Un ruggito discreto ma possente che non ha pari. La Maserati Biturbo é senza dubbio un "frutto" esotico pieno di fascino ed ancora capace di sedurre anche i palati più sottili. Ne convenite? Perciò io dico senza riserve: BRAVO ALEJANDRO. | |
| | | masimase
Età : 47
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Ven 7 Mar 2008 - 0:10 | |
| Krav hai fatto una buona analisi e sono d'accordo su tutto. Su De Tomaso: è un personaggio che mi affascina per la sua storia personale, per le sue scelte per quei pochi episodi che sono diventati di dominio pubblico e per ciò che ha voluto realizzare. E figlio del suo tempo cioè di quella generazione chiamiamoli pure di imprenditori che ha tenacemente realizzato le proprie ambizioni ma che al tempo stesso non è riuscita poi a stare al passo coi tempi. La biturbo è un suo frutto come dice giustamente Patrizio: me lo immagino costantemente presente nell'attuazione di questo progetto, contestando, aggredendo tecnici e ingegneri perchè fiero del proprio sogno e innamorato della SUA creatura e la vuole come dice lui...e quando vedo una biturbo ci vedo la Sua pignoleria, la sua grinta e l'amore per ciò che fa. Soltanto che credo non scendesse mai a compromessi con nessuno...è bordellai nel modo. Ma dietro questa parentesi romantica gli stabilimenti arrivarono a peodurre 25 veicoli al giorno...non male per una fabbrichetta!! ed ebbe quel successo che tutti sappiamo. Ma non è riuscito a fare il passo successivo...osia non ha sfruttato questa scia ( la biturbo ) per ingrandire la stessa Maerati con una vera politica industriale con nuovi modelli e puntare in alto perchè era una cosa più grande di lui. Secondo me non delegava e non si fidava di nessuno...tutto doveva passare sotto la sua personale supervisione e dunque il fatto che ci potesse essere qualcuno ( per ingrandirsi - un socio non so o peggio un. dirigente imposto da una banca ) che potesse avere all'interno il suo stesso potere decisionale lo atterriva. Ed è proprio per questo che la biturbo è piaciuta e piace perchè ricalca in qualche modo il personaggio ( scorbutico, grintoso, imprevedibile , unico ) | |
| | | Jak MODERATORE
Età : 63
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Ven 7 Mar 2008 - 0:16 | |
| Il comportamento del focoso DeTomaso, diciamo che è stato spesso un pò troppo "disinvolto", anche nei riguardi dei suoi collboratori che avevano conoscenze tecniche più approfondite, tanto da imporre scelte discutibili quanto controproducenti (come quella di eliminare, per risparmiare, una operazione tanto delicata come quella di sbavatura dei monoblocchi Biturbo, che tante noie causò a molti esemplari, mutuare le grossolane sospensioni posteriori dalla BMW serie 3, ecc...). Ma al netto di ciò, sarebbe ingiusto non riconoscere che, senza il suo intervento, la Maserati non avrebbe potuto vantare una storia senza soluzione di continuità. E oggi, ci sarebbe stata? | |
| | | susan boy
Età : 62
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Ven 7 Mar 2008 - 1:25 | |
| ...leggendo la prima pagina autografa e.firmata dal grande Alejandro,nel libretto di uso e manutenzione delle nostre amate biturbo,mi colpisce e ritorna in mente l'ultima frase: si apre oggi un nuovo dialogo tra appassionati di automobili...ecco,sta tutto qui...mitico De Tomaso! | |
| | | Claudio MODERATORE
Età : 46
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Ven 7 Mar 2008 - 2:57 | |
| Non basterebbe un libro sull'argomento cercherò di sintetizzare, anche perchè è tardi e nel weekend non avrò accesso internet (mannaggia krav, sempre nei momenti meno propizi mi propini gli argomenti migliori) Subisco terribilmente il fascino del personaggio deTomaso, ma un giudizio lucido non può prescindere da alcune verità che rendono il quadro complessivo controverso. In ogni caso lo amo perchè io di natura amo i personaggi controversi e non totalmente "positivi", mi piace il genio soprattutto se unito alla sregolatezza. De Tomaso era dotato di grande ingegno ma soprattutto di un fiuto commerciale strepitoso, sui livelli quasi di un Silvio Berlusconi, seppur personalmente molto meno mediatico di quest'ultimo (se no sarebbe finito a fare il politico come suo padre). Era insomma un venditore nato, che aveva la capacità di proporre il prodotto giusto al momento giusto, conferendogli una carica mediatica e una capacità di stupire impareggiabili, e ciò non solo in Maserati. In questo era assai simile ma forse anche più bravo dei Ferrari e dei Lamborghini, anch'essi commercianti nati, mentre risultava totalmente diverso dai suoi predecessori in Maserati, i fratelli Maserati e la famiglia Orsi, gente distinta e discreta, ottimi e onesti costruttori ma pessimi venditori della loro merce deTomaso era un alchimista che faceva sì che le proprie creature facessero parlare di sè sempre e comunque, trasformando fatti anche banali in veri e propri eventi Dotato di una brama di soldi smisurata, mettendo all'opera il suo ingegno realizzò qualcosa di geniale e strabiliante, con potenzialità enormi, fu ad un passo dallo sfornare la creatura perfetta. Tuttavia la suddetta brama di soldi (tanti, benedetti e subito) e anche l'urgente necessità di questi ultimi furono anche la ragione della sua disfatta. Rivelando in questo un carattere tipicamente latino, perfettamente italiano. Il tipico errore nostrano dell'intuizione geniale non supportata da un adeguato sviluppo, priva di lungimiranza e talvolta anche di concretezza, che cade sul piccolo particolare o su tirchierie da poche lire, ansiosa di sfondare e vendere a tutti i costi, che poi risulta perdente rispetto a prodotti magari più rozzi e meno geniali, ma confezionati con meticolosità e programmazione che spesso producono nel tempo molti più soldi e risultati rispetto alle intuizioni geniali (vedi tutti i prodotti tedeschi). Noi italiani siamo quelli che inventiamo tutto ma che non concludiamo mai niente. La Biturbo si porta con sè le contraddizioni di chi l'ha creata. Sarebbe bastato veramente poco, e nulla di "geniale", per far sì che fosse veramente vincente nel tempo. Invece come al solito in Italia si è scelta la strada più facile e furba, che ha reso la Biturbo una sorta di capolavoro incompiuto. Con la sua opera deTomaso ha indiscutibilmente salvato la Maserati dalla scomparsa, e si deve soltanto a lui se oggi lì non c'è un'Ipercoop, di questo tutti quanti gli devono essere grati. Anche se dubito fortemente che ciò fosse tra le sue preoccupazioni primarie... | |
| | | Claudio MODERATORE
Età : 46
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Ven 7 Mar 2008 - 3:10 | |
| PS: Krav, per quanto riguarda la sudditanza della Maserati attuale a Ferrari, a mio avviso vale l'antica favola di Fedro Lupus ad canem. La Maserati un tempo era un "macie confectus lupus" ora è un "Canis perpastum" Un pò come se una rugginosa biturbo prima serie incontrasse una fiammante Granturismo, e invece di guardare nel collo, guardasse dentro il cofano... | |
| | | masimase
Età : 47
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Ven 7 Mar 2008 - 10:23 | |
| Si ma la morale è un'altra: "Ventris causa libertatem amittere recuso.Libertatem meam catenae anteponam!" - meglio essere liberi e indipendenti che avere la pancia piena. | |
| | | Claudio MODERATORE
Età : 46
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Ven 7 Mar 2008 - 11:35 | |
| E' esattamente ciò che intendevo io... meglio essere liberi nell'incertezza e rischiare il fallimento, o essere all'interno di uno dei più grandi gruppi motoristici, che ti da sicurezza e risorse, ma al contempo limita e pianifica la tua libertà di manovra? | |
| | | susan boy
Età : 62
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Ven 7 Mar 2008 - 11:43 | |
| MEGLIO LIBERI E NELL' INCERTEZZA...CHE CON UNA CAVEZZA ( da cavallino)LEGATA AL COLLO.. | |
| | | Krav MODERATORE
Età : 60
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Ven 7 Mar 2008 - 11:59 | |
| Personalmente voglio assai bene al lupo citato da Claudio. Antepone la libertà e la dignità alla pancia piena. Ma non è detto che per forza di cose essere liberi significhi vivere nell'incertezza. Quando si propone un prodotto d'eccellenza con una attenta gestione manageriale (ecco dove De Tomaso ha sbagliato, a mio avviso) non è necessariamente un'utopia riuscire a vivere, più che sopravvivere. De Tomaso, come giustamente ribadito nei post, aveva in mano una carta vincente, ma non ha saputo giocarla bene. Credo che il suo principale difetto fosse una sorta di faciloneria decisamente fuori luogo in un Manager; per questo motivo personalmente non lo paragono al "Drake" (che tra l'altro mi piace molto meno di Alejandro) che ha costruito il proprio successo più sulla carta che sui meriti della sua Scuderia, che non dimentichiamo, ai tempi "gloriosi" rincorreva il Tridente molto più spesso di quanto gli fosse davanti. | |
| | | masimase
Età : 47
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Ven 7 Mar 2008 - 13:20 | |
| Scusa Claudio dal tuo post leggendolo di fretta avevocapito il contrario...comunque il personaggio ne esce bene tutto sommato dai post letti a oggi. La Maserati oggi senza di lui'?? Non saprei...forse un nome di ricordi antichi. Vorrei aggiungere una cosa: per potere sipravvivere ai tempi e incrementare le proprie ambizioni industriali bisognava avere appoggi ben precisi all'interno delle banche e perciò anche politici. Quante volte Fiat ( tutt'altra cosa lo so ) è stata salvata coi nostri soldini belli?? Tante e forse troppo senza mai restituire un fico secco. Purtroppo questa è l'Italia....bella roba! De Tomaso non credo fosse incline a queste pasticci...era un imprenditore non un finanziere...certo che Lapo Lapo...!!! | |
| | | Dari8V MODERATORE
Età : 52
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Ven 7 Mar 2008 - 14:00 | |
| Per Masimase, il discorso interventi pubblici in ambiti Fiat e' delicato e complesso ed e' troppo facile cadere nei luoghi comuni. Ricordo solamente che Fiat non e' solo capace di chiedere casse integrazioni, ma anche di dare stipendi (e contributi) a migliaia di dipendenti (ogni mese, non una tantum), nonche' pagare normalmente le tasse, che in periodi rosei come quelli che sta vivendo ora non sono per nulla indifferenti, dati gli utili stellari.
Per quanto riguarda DeTomaso, credo che la sua parte nell'utilizzo di denaro pubblico la abbia fatta, e molto abbondantemente (la Ge.Pi. e' un esempio lampante di quegli anni di interventi statali). | |
| | | Claudio MODERATORE
Età : 46
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Ven 7 Mar 2008 - 14:01 | |
| masimase, temo che qui ti sbagli. La Maserati è invece il classico esempio di azienda che ha ricevuto aiuti dallo stato I francesi l'avevano lasciata allo sbando, quindi per evitare tensioni sindacali nella calda emilia dei '70, fu salvata col denaro pubblico dell'IRI, la cui sezione GEPI aveva il compito di aiutare le aziende in difficoltà, che ne ripianò i debiti. A quel punto la Maserati apparteneva allo stato, e fu così che fu individuato in Alejandro deTomaso, che aveva la fama di grande rilanciatore di aziende, l'uomo giusto a tutti i livelli per risollevarla. Fu così che lo stato rivendette un'azienda con un marchio famoso e apprezzato in tutto il mondo, e con un patrimonio immobiliare inestimabile assai migliore delle concorrenti, per un tozzo di pane. Come al solito lo stato svendette. Il regista di tutto ciò ha un nome ed un cognome: Romano Prodi, che al tempo era l'uomo di De Mita in Emilia, che stava facendo carriera nell'IRI essendo a capo della GEPI, e che per circa un anno fu amministratore delegato della Maserati. E quella "Maserati" fu soltanto la prima e forse la meno grave delle operazioni di questo tipo con cui "il professore" svendette per due soldi aziende divenute di proprietà pubblica (Cirio, Alfa Romeo, ecc) Una cosa è certa: il nascente e rampante gruppo motoristico di de Tomaso, non piaceva affatto dalle parti di Torino, poichè costituiva un intralcio, per quanto timido, alla strada spianata verso il monopolio dell'industria motoristica nazionale ________________________________________ Se un'automobile al primo sguardo manca di stupirmi, sono quasi certo che non sarà un'automobile di successo. [Nuccio Bertone] | |
| | | masimase
Età : 47
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Ven 7 Mar 2008 - 15:03 | |
| Claudio non sapevo nulla di questa parentesi Maserati....molto interessante. Sul ruolo di Prodi come amministratore dell'iri se ne possono raccontare di tutti i colori...non sapevo che il solito "giochino" lo abbia fatto anche con Maserati... Per Dario: Dario su Fiat si possono dire tante cose ma da milanese mi ricordo le promesse di fiat per rilanciare Arese per esempio: proposta della Ford all'iri per l'acquisto ( vero ) degli impianti e un vero programma di rilancio del polo ma poi si preferì fare l'accordo con Fiat ( si parlò di italianità ) e da li una valanga di cassa integrati e la morte di un intera classe operaia. Ora vai a vedere cosa c'è ad Arese...nulla - forse ci metteranno i cinesi di Paolo Sarpi oppure per esempio lo stabilimento di Melfi pagato interamento dallo Stato a fondo perso, ma siccome è Fiat è tutto dovuto?. Da quel che so gli operai della Fiat sono passati da 250000 a 50000 negli ultimi anni perchè hanno delocalizzato in Polonia, Brasile o anche per ottimizzazione della catena ecc e questi? Prepensionamenti, integrazione speciale ( come la chiamano loro ) tutti costi nostri. Cioè i debiti si statalizzano, gli utili se li beccano gli Agnelli?? No grazie. D'altronde nella mia attività queste concessioni non le ho...magari le avessi. | |
| | | JeanLouisD
Età : 50
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Ven 7 Mar 2008 - 16:16 | |
| Sul ruolo degli industriali nostrani, liberisti (quando si tratta di delocalizzare o licenziare in tronco per negligenze gestionali) e al tempo stesso statalisti (richieste di protezionismo, cassa integrazione, finanziamenti pubblici e provvedimenti politici ad hoc..), ci sarebbe da discutere a lungo. Per quanto concerne la gestione dei fondi pubblici tutto sommato la vicenda Maserati, al contrario di quella Alfa Romeo del 1985-1986, è servita a salvare la casa dalla sicura estinzione, e dunque non mi sento di crocifiggere Prodi per questa vicenda. Abbiamo avuto democristiani ben peggiori. L'industriale argentino ha approfittato della situazione iniziale, ma per circa 10-15 anni è riuscito a garantire vigore commerciale a Maserati (e in misura minore o diversa a Benelli, Innocenti, Moto Guzzi). Quindinon ostante le molte ombre sulla gestione...chapeaux | |
| | | Krav MODERATORE
Età : 60
| Titolo: Vive la France! Ven 7 Mar 2008 - 17:45 | |
| A dire il vero, De Tomaso non mise granché di suo, da un punto di vista "materiale" per assumere il controllo della Maserati. Come sappiamo il Tridente era sotto controllo della Citroen, anche se, essendo la Citroen già della Peugeot, si può dire che fosse proprietà di quest'ultima.
Come dice giustamente Claudio, il tutto avvenne attraverso il passaggio dalla Peugeot alla GEPI e successivamente a De Tomaso.
De Tomaso in realtà tentò già nel 1968 (quando avvenne la cessione del Marchio alla Citroen) di acquistare la Maserati, me senza riuscirci. Ci riuscì appunto nel '75, quando la Peugeot vendette (si fa per dire) il nostro Blasone.
E' opinione comune che i Francesi abbiano "scaricato" senza tanti complimenti la Maserati, infischiandosene altamente del destino del glorioso marchio, in realtà NON è così:
La Peugeot aveva firmato una fideiussione a favore della Maserati con delle banche italiane, per il valore di cinque miliardi di lire (dell'epoca!). Ebbene, pur di salvare il nostro marchio, pagarono "sull'unghia", rimettendoci di tasca propria. Per questo credo di debba solo ringraziarli.
In conclusione... la GEPI e De Tomaso non sborsarono una lira per avere la Maserati... i capitali avuti dallo Stato furono adoperati nei momenti di difficoltà dell'Azienda quando cominciò la crisi anche per la gestione De Tomaso. | |
| | | Giuseppe M.
Età : 42
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Lun 22 Feb 2010 - 21:04 | |
| Premetto che non ho ancora letto tutti i vostri interventi, ma riconosco a De tomaso, di aver salvato la Maserati dalla chiusura, ma se il Blasone del tridente non è più a livello delle Ferrari e delle Lamborghini la responsabilità non ricade che in lui. Il nome è il prestigio si crea in diversi modi, abbandonare le corse fu uno sbaglio, e non avere più una supercar in listino lo è stato altrettanto. F40, diablo, hanno contribuito a creare il mito delle due case, e il tridente? A volte mi chiedo se tutte le giovani donne conoscano o meno il marchio Maserati | |
| | | Claudio MODERATORE
Età : 46
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Mar 23 Feb 2010 - 1:53 | |
| - Giuseppe M. ha scritto:
- Premetto che non ho ancora letto tutti i vostri interventi, ma riconosco a De tomaso, di aver salvato la Maserati dalla chiusura, ma se il Blasone del tridente non è più a livello delle Ferrari e delle Lamborghini la responsabilità non ricade che in lui.
Il nome è il prestigio si crea in diversi modi, abbandonare le corse fu uno sbaglio, e non avere più una supercar in listino lo è stato altrettanto. F40, diablo, hanno contribuito a creare il mito delle due case, e il tridente? A volte mi chiedo se tutte le giovani donne conoscano o meno il marchio Maserati Giuseppe, la Maserati non l'ha salvata deTomaso: questa è una leggenda metropolitana affascinante che fa molta presa, ma non è così. La Maserati è stata salvata dal fallimento dalla Repubblica Italiana, coi soldi delle tasse di mio padre, di tuo padre, di tuo zio...Esattamente come l'Alitalia lo scorso anno. E' stata quindi affidata dai politici a deTomaso, cui va riconosciuto l'enorme merito di averla (inizialmente) rilanciata, con un piano industriale coraggioso ed ambizioso come nessun altro in quel momento poteva darle. Le colpe dell'appannamento del marchio poi, non ricadono tutte su di lui, ma anche sulle gestioni precedenti, tra cui quella Citroen. L'abbandono delle corse poi non è stata una scelta sua, ma della famiglia Orsi, già vent'anni prima che deTomaso rilevasse l'azienda. ________________________________________ Se un'automobile al primo sguardo manca di stupirmi, sono quasi certo che non sarà un'automobile di successo. [Nuccio Bertone] | |
| | | Marco
Età : 65
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Mar 23 Feb 2010 - 7:38 | |
| ok, siamo d'accordo che l'ha avuta gratis, ed in piu' con contributi.... però è riuscito a farla riemergere....... è riuscito dove altri hanno fallito, e gettato la spugna, Citroen e Peugeot...... e il marchio l'ha fatto conoscere e infiltrare in tutti gli strati sociali.....non solo auto di prestigio per pochi estimatori con possibilità economiche, ma ha dato un prodotto sofisticato e di lusso a tutti gli automobilisti sportivi che dovevano prendersi una bella berlina 2000cc. in più il modello Biturbo e derivate è rimasto sulla cresta dell'onda per almeno 15 anni....... le sue vetture erano quelle con piu' alto valore potenza/cilindrata...... ......ha fatto conoscere il Turbo a tutti gli Italiani, che al massimo avrebbero visto l'R5turbo o la Fuego....... Per me è stato un grande......ed ancora oggi si discute del Biturbo.....così come anni fà sentivo discutere della Jaguar E type......o della tenuta della 911....... ha fatto parlare di se Ciaooo, Marco | |
| | | alan86
Età : 38
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Mar 23 Feb 2010 - 11:32 | |
| Sulle capacità imprenditoriali di De Tomaso non vi è alcun dubbio. Non dimentichiamo che, insieme a Maserati, doveva dirigere anche la sua azienda automobilistica, che in quegli anni era all'apice.
Sul progetto Biturbo si è detto tutto e anche di più. Un'ottima idea che, se fosse stata sviluppata a dovere prima della realizzazione, avrebbe senza ombra di dubbio garantito un futuro del tutto diverso a questo modello. E' vero sì che allargò il bacino di utenza del marchio anche a quelle fasce sociali che, prima, mai avrebbero pensato di acquistare una Maserati, ma è anche vero che la fretta nell'immettere sul mercato il modello si rivelò un grosso boomerang, che compromise la credibilità non solo dell'auto, ma del Marchio in sè.
Ben inteso, da ciò che so le alternative all'epoca non erano molte, la Casa aveva bisogno di "ossigeno" (tradotto, di soldi) e quella era la via più veloce per ottenerne.
E' vero sì che la Biturbo e le sue derivate sono rimaste in listino per quasi 20 anni, ma più che la cresta dell'onda hanno finito per occupare una nicchia grazie ai rimanenti affezionati del Marchio. Un grosso peccato perchè, come è noto, i problemi che affliggevano la primissima serie vennero risolti abbastanza in fretta e, dalla successiva, il modello aveva già raggiunto un ottimo livello di affidabilità.
Per ora del Biturbo si parla ancora in toni poco lusinghieri, specialmente perchè nel 99% dei casi chi ne parla non l'ha mai nemmeno visto dal vivo, figuriamoci provarlo, mentre del restante 1% fanno parte coloro che, rimasti "scottati" dalla prima, problematica versione, non ci pensarono neanche a rifare il tentativo.
In futuro, però, le cose cambieranno certamente e anche la Biturbo si vedrà universalmente riconoscere i meriti che, per ora, solo pochi appassionati le riconoscono. | |
| | | masimase
Età : 47
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Mar 23 Feb 2010 - 18:00 | |
| - Marco ha scritto:
- ok, siamo d'accordo che l'ha avuta gratis, ed in piu' con contributi....
però è riuscito a farla riemergere....... è riuscito dove altri hanno fallito, e gettato la spugna, Citroen e Peugeot...... e il marchio l'ha fatto conoscere e infiltrare in tutti gli strati sociali.....non solo auto di prestigio per pochi estimatori con possibilità economiche, ma ha dato un prodotto sofisticato e di lusso a tutti gli automobilisti sportivi che dovevano prendersi una bella berlina 2000cc. in più il modello Biturbo e derivate è rimasto sulla cresta dell'onda per almeno 15 anni....... le sue vetture erano quelle con piu' alto valore potenza/cilindrata...... ......ha fatto conoscere il Turbo a tutti gli Italiani, che al massimo avrebbero visto l'R5turbo o la Fuego....... Per me è stato un grande......ed ancora oggi si discute del Biturbo.....così come anni fà sentivo discutere della Jaguar E type......o della tenuta della 911....... ha fatto parlare di se Ciaooo, Marco Consideriamo che gli impianti sfornavano 25/30 esemplari al giorno....mica male per una impresetta come Maserati. | |
| | | Marcello
Età : 52
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Mer 18 Apr 2012 - 10:17 | |
| A proposito di De Tomaso, stamane ho trovato in un forum, un'importante discussione dedicata al costruttore argentino, corredata di fotografie riguardanti i vari "momenti" della famosa azienda, buona lettura e complimenti a chi ha procurato il materiale:
http://www.autopareri.com/forum/auto-depoca/52780-alejandro-de-tomaso-ma-fra-cento-anni-chi-si-ricorder-di-me.html | |
| | | AdiGhibli
Età : 46
| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? Mer 18 Apr 2012 - 10:44 | |
| interessanti le foto dello stabilimento ...prima e dopo,
anche la presentazione del prototipo...
cmq erano altri tempi.....e non torneranno piu ... | |
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| Titolo: Re: L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? | |
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| | | | L'era De Tomaso: pochi pro e tanti contro? | |
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